lunedì 18 aprile 2011

L’intesa perfetta


Sono follemente innamorata. Ho ballato con un uomo che – ‘tangueramente’ parlando – è l’altra metà della mia mela. Con lui è tutto perfetto: l’intesa fisica, i gusti musicali, il modo di intendere il tango, fatto di rispetto e intimità.
Con lui infrango una regola che mi sono imposta di rispettare sempre: ballo di continuo, tanda dopo tanda, finché i piedi non urlano di sedermi, incurante delle cortinas che si susseguono implacabili. Ballo tanghi, vals, milonghe (con una preferenza per i primi due, devo dire), sommersa dalla tenerezza e da quel sentimento di fusione totale simile solamente a quello che si prova a fare l’amore, e a farlo con la persona che si ama.
Con lui ho infranto anche un’altra regola: quella di non ballare altro che tango (o milonga, o vals). Io sono totalmente negata, oltre che assolutamente imbarazzata, in qualsiasi ballo che non sia il tango: mi sento a disagio, sono rigida, mi assale un sentimento di panico che mi fa sentire l’unica persona in tutta la sala a essere uno zero e quindi, di conseguenza, a essere guardata e derisa. Mi sono lasciata però contagiare dal suo meraviglioso senso musicale e dalla sua energia di grande danzatore, e ho ballato (in effetti, ho saltellato) una cortina caraibica che – visto il successo tra i tangueri, quasi tutti rimasti in pista – si è allungata in una vera e propria tanda.
Ebbene, mal di piedi a parte (è pazzesco ballare salsa, o qualsiasi cosa fosse, con un tacco a spillo di 9 centimetri!), è andata benino. Perfino per lui, colpito dalle mie doti di seguidora. Niente crisi di panico con apnea respiratoria, niente rossori diffusi, niente blocco fisico. Non sono nemmeno caduta.
Alla fine però sono stata moooolto contenta che la musica abbia ripreso con il meravoglioso Poema di Canaro, una boccata d’aria fresca.
Il tango ballato con alcune persone (rare come sono le persone da amare, in un sempre sorprendente parallelismo) è una vera magia. Sembra di conoscere davvero la persona che si ha di fronte, quando magari sono solo dieci minuti che si sta insieme, e si viene sopraffatti da un sentimento di affetto (davvero, giuro!) per un perfetto sconosciuto, che potrebbe aver appena messo una bomba nella metro, per quello che se ne sa. Le endorfine che si sprigionano sono quelle dell’amore, e anche il sentimento di totale irrealtà e sospensione dal tempo e dallo spazio è lo stesso. Solo, senza sesso. Magico, no?

mercoledì 19 gennaio 2011

Tempo di saldi, tempo di scarpe da tango...

Ho ricominciato a girare ossessivamente per i negozi specializzati in calzature da ballo, alla ricerca della scarpa perfetta. Ma come sempre quando parto con un’idea troppo precisa, non riesco a trovare niente che mi soddisfi.
Voglio una scarpa:
Alla fine le ho trovate, le mie nuove scarpe
Guarrera Robe de Tango!
  1. nera,
  2. tacco 9,
  3. tacco sottile,
  4. con la soletta morbida,
  5. con la suola preferibilmente in cuoio,
  6. ovviamente, che non mi faccia male,
  7. preferibilmente, che non costi un occhio della testa.
Non mi sembra che queste richieste siano particolarmente esose, ma sembra impossibile trovare qualcosa di accettabile. Nemmeno soprassedendo sull’ultimo punto. Certo, di scarpe belle ce ne sono, ma le trovo tutte o troppo alte, o troppo dure, o troppo vistose, o troppo colorate; qualcuna mi fa male davanti, qualcuna dietro, altre non si allacciano bene, o hanno il tacco che non mi convince, altre sono decisamente troppo costose.
Il fatto è che io ho ancora nel cuore le mie prime scarpe da tango, dimenticate in una milonga e mai più recuperate... Erano nere, aperte sul davanti, di raso, con nastri intrecciati... bellissime. A loro sono legati i miei primi ricordi: con loro ho cominciato a ballare, ho faticato con loro per rimanere sui tacchi un'intera serata, con loro ho ballato alcuni dei più bei tanghi della mia vita. Ma erano davvero così meravigliose, o semplicemente le trasfiguro nel ricordo?
In ogni caso, credo di non essere ancora pronta per un nuovo paio di scarpe nere.

lunedì 17 gennaio 2011

Olezzi da milonga

Il tango milonguero è bello sì, ma ha le sue seccature: e non sto parlando di mani altrui in posti dove non dovrebbero essere, né di pestoni su piedini innocenti. Un po’ di tempo fa, facendo per abbracciare il mio omino dopo una tanda con un altro, ho visto che si è scostato e si è messo a ridere. Io, un po’ sorpresa e un po’ offesa per questa reazione, gli ho chiesto spiegazioni.
« Sai di dopobarba », mi ha risposto.

Anno nuovo...


Ebbene sì... è una vita che non aggiorno il blog. E questo non perché non balli più, o perché mi sia stufata (per quanto io non sia una persona costante, trattandosi di hobby).
Credo che tutto dipenda dal fatto che sono presa... da altro. Insomma: diciamo che se il tango è il ‘surrogato’, io ora mi sto godendo l’originale...
Continuo a ballare, durante la settimana, e il weekend lo dedico ad altro. Anche se ultimamente non è proprio così, perché il mio omino sta imparando. A ballare, sì! E io non l’ho neanche costretto. Anzi, non gli ho proprio chiesto niente (e qui ci sta un bel ‘tiè’ allo storico ex recalcitrante, insomma, ci sta, no?)!
Dopo un momento di entusiasmo iniziale, però, temo di aver capito le motivazioni recondite che muovono il mio tanguero in erba... e non sono, purtroppo, così romantiche come speravo. Credo proprio che stia facendo tutto questo (corsi, pratiche, capodanno danzante perfino!) per controllarmi. Insomma, non gli garba del tutto sapermi in giro a ballare con chissà quanti uomini più o meno sconosciuti, che mi fanno più o meno innamorare tutte le sere... vuole esserci anche lui; e io lo lascio fare, ovvio. Anzi, lo incoraggio, cerco di aiutarlo per quanto posso. Devo dire che sta facendo passi da gigante. Ora deve solo superare il blocco che gli impedisce di invitare a ballare donne che non conosce... ma lo supererà.
Intanto me lo godo tutto e solo io, in milonga, con la sua camminata rigidina, i movimenti ancora legnosetti, lo sguardo allucinato un po’ da serial-killer... ma il suo abbraccio è il più bello del mondo.