giovedì 11 ottobre 2012

Le "mondane" del tango

Come ho già avuto occasione di dire qui e pure qui, le donne del tango sanno essere delle gran fighe. Inutile dirvi che io faccio parte di questa schiera.
Ma ci sono delle vistose eccezioni... 'vistose' nel senso etimologico del termine: impossibile che passino inosservate.
Legate forse a un’idea un po’ obsoleta del tango, fatto di rose in bocca, spacchi e calze a rete, in milonga si possono vedere degli spettacoli che nemmeno in un casino di inizio secolo. Va bene, i puristi mi diranno che è proprio lì che il tango ha visto i suoi non tanto gloriosi natali, ma insomma, da allora ne è passata, di acqua sotto i ponti, e noi donne del Duemila direi che sarebbe il caso che ci tenessimo aggiornate.
Esiste almeno una "mondana" per milonga, e spesso ci è talmente affezionata che ormai viene confusa col mobilio: c’è sempre, e spesso non frequenta altre milonghe all’infuori della sua ("mondana" sì, ma fedele). A prima vista, le si dà un’età compresa tra i venti e i sessant’anni; io, in quanto donna, non mi ci sono mai avvicinata abbastanza da poter dare una stima più precisa (dovrei chiedere a qualche amico maschio). Lo strato di trucco sotto il quale si nasconde, infatti, è talmente spesso che ci vorrebbe un archeologo per compiere gli scavi necessari a valutare. Un archeologo preistorico, probabilmente.
Viso, quindi, di un omogeneo color terra di siena bruciata (per la variante bronzée) o grigio cipria (per la variante pupée), ma labbra sempre e vistosamente rosso fuoco; gli occhi esprimono un tentativo malriuscito di creare un effetto smokey, ma il risultato è piuttosto Sposa Cadavere.
L’abbigliamento delle "mondane" corrisponde poi ai più triti cliché di tango: cromaticamente, non ci si scosta dal nero e dal rosso, meglio se in abbinata, meglio se paillettati. Più un po’ di doratino, tanto per assicurarsi di non passare inosservate. La mise deve essere rigorosamente cortissima, oppure – in alternativa – avere uno spacco attraverso il quale si vedono (se si è fortunati) le mutande. Le calze a rete, infatti, hanno le maglie talmente larghe che se fossero usate come reti da pesca lascerebbero passare perfino i tonni: l’effetto coprente è quindi una mera utopia.
Per finire, pizzo effetto vedo-non vedo-VEDO a metri, del resto pure i romani lo dicevano, no? « Melius abundare quam deficere ».
In effetti, l’unica deficienza delle "mondane" è la loro, mentale: per il resto abbondano di tutto, dal cattivo gusto alla volgarità.

4 commenti:

  1. pero' senza di loro mancherebbe quel che...Insomma io non amo l'eccesso e la volgarita' nell'abbigliamento ma credo che ognuno sia anche libero di vestirsi come vuole e non per questo essere giudicato istantaneamente un deficiente. Il discorso e' davvero ampio ma mi limito solo a una piccola botta al cerchio con tutta la simpatia per te e il tuo blog immutata :)

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    1. Ah be', io concordo ASSOLUTAMENTE con te! Io passo intere serate a guardarle, con enorme soddisfazione e divertimento... Solo che ho scritto post su post sugli uomini inguardabili e in-ballabili, dovevo pure sfogarmi un po' su qualche categoria femminile! :)
      Insomma, questo è un blog sul tango, ma pure sulla scrittura, e si sa che la comicità (che io cerco sempre di perseguire - se posso dire così) spesso lavora per iperboli.

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  2. Ciao Elena,

    Hai descritto un ruolo importante per la milonga: certe ballerine fanno tappezzeria, la tappezzeria "fa ambiente", e la milonga è un ambiente...
    Se fossero tutte in jeans, si potrebbe ballare lo stesso, ma non sarebbe la stessa cosa.
    non credi? ;-)

    Emanuele

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    1. Ciao Emanuele, benvenuto nel mio blog!
      È vero, la tappezzeria fa ambiente, ma non credo che intendiamo questa espressione allo stesso modo... :) "Fare tappezzeria" per me - per noi donne - non significa "essere decorative", ma passare una serata orribile senza venire invitate da nessuno, appoggiate tristemente al muro e invisibili come (appunto) una vecchia carta da parati.
      Cose che voi uomini nemmeno immaginate. ;)

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