lunedì 18 giugno 2012

Quando il tango è una vecchia ciabatta...

Capita, a volte, che un ballerino con il quale ti trovi molto bene scompaia dalle milonghe abituali. Lo consideri un irriducibile, dato che lo trovi in giro minimo due  volte alla settimana, e da un giorno all’altro ti sparisce. Basta, più, nada de nada, nessuna notizia, svanito come sotto il mantello dell’invisibilità di Harry Potter.
Se lo conosci, puoi chiedergli, dopo qualche mese, come va, come mai non si vede più: sarà  per la famiglia, un nuovo hobby, un figlio. Ma ogni tanto è uno sconosciuto, e allora – ve lo giuro, io di solito non sono catastrofista ma mi è capitato di pensarlo – ti chiedi se magari non sia morto, oddio, chi lo sa, magari è stato investito proprio uscendo da una milonga!
Per fortuna, però, ogni tanto i ballerini ritornano. Una sera, ed è tutto così normale, niente preavvisi, te li ritrovi in pista, come nulla fosse successo. Sono passati magari anni, e loro sono ancora lì, la solita camicia di lino bianca, la solita postura elegante, la solita espressione gentile. Ti salutano, ti sorridono, ti invitano, come nulla fosse successo.
Ti viene perfino il dubbio di essertela sognata, quell’assenza.
E quando rispondi alla loro mirada, quando riscopri il loro abbraccio, il tango con loro è come una vecchia ciabatta: comodissima, morbida, come se ti avessero sempre aspettato, e invece capisci quella che li ha aspettati, magari per anni, sei stata tu.

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