martedì 26 giugno 2012

Il Fato è una macchina con gli sponsor. E la Sfiga un vestito rosa.

Questo sarà un post anomalo, lo premetto. E lo prometto, visto che sono in vena di idioti giochi di parole. Perché non parlerò esclusivamente di tango, ma anche di vestiti, e soprattutto di Sfiga.
Infatti, se una giornata comincia male, tutti sanno (Murphy per primo) che finirà peggio. Ebbene, venerdì era una di quelle giornate. È cominciata in modo terrificante: non ho ricevuto la mia dose quotidiana di coccole. E è proseguita peggio, con malori da nobildonna tardo-ottocentesca (solo che io non porto il corsetto), ciclopici lavori stradali e conseguenti ritardi di tutti i mezzi pubblici, anche quelli che non passano per quella strada, nonché inopinate visioni di persone dimenticate da anni – e se erano dimenticate, un motivo c’era...
Insomma, speravo di risollevare il tutto con una bella serata di tango. L’avevo pianificata dal giorno prima: avevo convinto l’Omino, sempre riluttante (in effetti l’avevo bellamente ricattato, ma che resti tra di noi), avevo programmato di andare a prendere un’amica, la trasferta era verso una bella milonga, doveva andare tutto bene!
E invece, ho avuto la sciagurata idea di mettere quel vestito. Molto carino, tra l’altro: con una gonna corta rosa piena di frufrù, come piace alla me vaporosa e vaga, ma anche a quella sexy che con il tacco alto fa la sua figura. Look approvato anche dall’Omino.
Oh infame destino, tragiche sciagure, numi avversi dell’Olimpo! Oh, giammai lo avessi indossato! Ma non potevo ancora saperlo. Per cui ho acceso la macchina (dell’Omino) e mi sono avviata ignara.
Recuperata l’amica, tutto sembrava procedere per il meglio. Ma non avevo fatto i conti con il Fato, che si è presentato sotto forma di una macchina di quelle con gli sponsor che seguono i ciclisti. E mi ha tamponata. Stock! Non ci volevo credere! La mia serata minuziosamente programmata! La mia meravigliosa serata di tango con l’Omino più rassegnato che ricalcitrante e la mia amica che non vedevo da una vita!
Non ci volevo credere anche perché ho avuto un fortissimo déjà vu. Due anni fa, sulla stessa strada ma esattamente dieci metri più avanti, sono stata tamponata (ma non guidavo io!!! Ci tengo a precisarlo, per i soliti malfidenti), gli unici due tamponamenti della mia vita! E – cosa ancora più inquietante – portavo lo stesso identico vestito, rosa coi frufrù.
Ergo, ho deciso che alla prima occasione, non appena ne avrò una, lo regalerò alla mia peggior nemica. Sperando che abbia la mia stessa taglia.

Epilogo (lo so che lo state aspettando)
Nessuno si è fatto niente, a parte la povera macchina dell’Omino, che da quando mi frequenta ha subìto più sciagure di qualunque altro mezzo a motore sull’intero orbo terracqueo. E sì, alla fine sono andata a ballare lo stesso: anche se con il colpo della strega non ero proprio scioltissima, avevo una postura invidiabile.

2 commenti:

  1. o se invece di rinunciare al vestitino frufru eviti di fare quella strada quando lo indoss?? :-)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Potrebbe essere un'idea! Quel vestito è proprio carino:

      Elimina

Condividi i tuoi pensieri su questo post!