lunedì 29 febbraio 2016

Milongario di marzo: il calendario che ogni tanguero deve avere

Eccoci qui con il ventoso milongario di marzo pronto per voi!
Questo mese l'ispirazione mi viene da un quadro celeberrimo di un artista scozzese... chi lo riconosce?

Ma... cos'è il milongario?


Il calendario del perfetto tanguero, da stampare e appiccicare ovunque si voglia!

Come funziona?


1. Scarica il file da qui.
2. Stampalo in formato A4 (meglio a colori!)
3. Appiccicalo in un posto visibile (tipo il frigo o la porta di casa).
4. Segna tutte le milonghe a cui vuoi andare questo mese.
5. Quando ci sei andato, se è stata una serata memorabile colora il cuore!

Milongario di marzo - il calendario del perfetto tanguero


Non dimenticate di tenerlo aggiornato!

Se ve li siete persi, ecco i link per il milongario di gennaio e quello di febbraio.

Raccontatemi come lo state usando, come migliorarlo, aspetto i vostri consigli!

sabato 27 febbraio 2016

Come farsi invitare da un uomo in milonga

Titolo volutamente provocatorio, suggeritomi da... Google. Sono andata sul motore di ricerca, ho digitato "come farsi invitare in...", e lui mi ha gentilmente suggerito come finire la frase: "... da un uomo in milonga".

Evidentemente, non sono l'unica che ha difficoltà, nonostante i dieci anni di tango ai piedi.

Ma partiamo dall'inizio, chiediamolo a un principiante qualsiasi, cosa sia la cosa più terribile in milonga: ci risponderà sicuramente che uno degli ostacoli più ardui è riuscire a invitare e farsi invitare. E questo a prescindere dal sesso: è difficile sia per gli uomini che per le donne.

Vi dirò di più: ogni volta che mi sembra di aver perfezionato la mirada, e sono elettrizzata magari da alcune serate particolarmente "ballerine", riprecipito nella desolazione con una serata "no", in cui mi sento praticamente invisibile.

Non sono ricordi così lontani: è successo sabato scorso.

Come mai è così dura farsi invitare in milonga?
E, soprattutto, come fare per riuscirci?


Cominciamo dalla difficoltà. Secondo me, ci sono diversi ostacoli da superare, per riuscire a farsi invitare:

  • un ostacolo psicologico
  • un ostacolo tecnico
  • un ostacolo logistico

Milonga, foto di Mojotopt, su licenza CC BY

L'ostacolo psicologico

L'ostacolo iniziale - il maggiore - è quello psicologico.
Parliamoci chiaro: a meno di non essere degli animali da palco o dei commerciali nati, da che mondo è mondo rompere il ghiaccio con una persona sconosciuta è molto difficile.
Perché si mostra vulnerabilità, ci si deve esporre senza avere la garanzia che anche l'altra persona faccia lo stesso. In altre parole, si rischia la figuraccia, e ogni santa volta è un salto nel buio: non ci sono anni di esperienza che tengano (esistono delle reti di salvataggio, però, come vedremo più avanti).

L'ostacolo tecnico

Un ostacolo da non sottovalutare è poi quello "tecnico", vale a dire che spesso non conosciamo gli strumenti per ovviare alla nostra incapacità di rompere il ghiaccio, perché in milonga valgono regole che non sono le stesse del mondo che sta "fuori". Esiste uno specifico galateo del tango, il cosiddetto código milonguero.
È come andare in Inghilterra, conoscere la lingua alla perfezione, ma non sapere che lì si guida a sinistra: provate a attraversare la strada restando incolumi! Conoscere la lingua vi aiuterà solo fino a un certo punto, in questo caso.
Lo stesso vale per il tango: potete avere una tecnica eccellente, ma se non conoscete i meccanismi che regolano la milonga, intesa come gruppo sociale, e non applicate le norme del galateo della milonga, sarà difficilissimo riuscire a ballare.

venerdì 12 febbraio 2016

Cosa vogliono le donne nel tango?

Ciao a tutti, eccomi su Raccontango con questo post sul tango da un punto di vista femminile, ma tradotto e postato da un uomo che si interroga sul suo significato più profondo. Molti ballerini si chiedono: “Ma cosa vuole una donna nel tango?” E la risposta molto spesso è: “Come al solito è una rompiscatole, anche nel tango. Non le va mai bene niente”. Ma il vero problema è che molti ballerini non si pongono questa domanda. Pensano che quello che per loro è importante lo sia anche per la donna. Oggi scopriremo che non è così, direttamente dalla bocca delle ballerine.

Ma che ci faccio io su Raccontango?


Incredibile la storia che mi ha portato qui. Come avrete già letto, il tango ci ha messo lo zampino. Ho conosciuto Elena su Facebook qualche mese fa, tramite il gruppo "Il Galateo della Milonga". Poi a fine gennaio per lavoro sono stato a Roma a C-Come 2016, un convegno sulla comunicazione. Ho fatto un intervento al microfono e mi sono presentato. In sala c’era anche Elena, che mi ha riconosciuto e alla prima pausa caffè si è subito presentata. Che sorpresa! Lo confesso: è stato amore a prima vista (senza fraintesi, cercate di capirmi eh?). Una persona squisita e con delle ottime capacità relazionali. Una vera donna della comunicazione! È scattato il feeling. Avremmo voluto ballare ma il contesto non ce lo consentiva. Così ci siamo abbracciati. Questo è il succo del tango. E della vita. Una volta tornati a casa abbiamo continuato a comunicare ed eccomi qui con il mio primo post.

Mi presento.

Sono un uomo e ballo il tango da ottobre 2013. Sono un musicista e suono il piano dal 1972. Sono un consulente e mi piace approfondire. Mi occupo di comunicazione e mi piace capire chi ho di fronte. Sono un artista e mi piace emozionare ed emozionarmi.  

Per tutti questi motivi ho cominciato a indagare e cercare approfondimenti sul mondo del tango, su come esprimere al meglio la musica, su come rendere una tanda indimenticabile, su cosa significhi la mitica “tanda maggica” tanto decantata. Le mie domande erano: “Come posso esprimere le emozioni della musica? Come posso rendere felice la ballerina che balla con me? E cosa significa ballare per lei?“

Nelle mie ricerche, uno degli articoli che ho trovato più illuminanti è stato sicuramente questo di Mari Johnson sul suo blog MyTangoDiaries, intitolato “What Woman Want”. Eccovi la mia traduzione. 

WWW: What Women Want


“Conosco un ballerino che balla solo da 10 mesi. Gli piacciono le camminate, l’abbraccio stretto e il traspie. Ma i suoi passi sono sempre lineari, senza molte figure. Molte ballerine con grande esperienza di tango gli fanno i complimenti per come balla in modo passionale. Sono conquistate dall’aspetto emozionale e dalla sicurezza nella sua guida.

Recentemente ha ballato con una ballerina che insegna tango da 7 anni, molto amica di Fabian, Gustavo e Chicho, quindi ha ballato molte volte coi migliori. Lei gli ha detto che è stato molto bello ballare con lui perché era veramente presente. Allora, incoraggio tutti voi, ballerini principianti, a concentrarvi sulla vostra attenzione emozionale alla musica e verso la donna che state abbracciando. Questo vi porterà molto più avanti con il vostro partner rispetto alle complicate sequenze che potreste guidare.” — Naomi Bennet, Tango-L

La cattiva notizia:


Ballerini, questo primo aspetto probabilmente vi metterà a disagio e mi dispiace. Le ballerine sono tutte diverse.  Ognuna di noi apprezza cose diverse e l’abbraccio perfetto per una ballerina potrà suscitare lamentele da parte di un’altra. Alla Tanguera A non bastano mai le volcadas, mentre la Tanguera B non le sopporta. È frustrante cercare di imparare e reimparare cosa le ballerine desiderano.

mercoledì 10 febbraio 2016

Quando il tango ci mette lo zampino... Appunti dopo C Come

Voglio condividere con voi una storia davvero bella, di quelle dove il tango ci mette lo zampino e ti scombussola, se non la vita, almeno la giornata.

Come forse qualcuno dei miei lettori sa, nella "vita vera" mi occupo (tra le mille altre cose) di comunicazione, soprattutto digitale.

Ebbene, una settimana fa sono stata a Roma a C Come, un convegno su copywriting, content marketing e creatività. 

Perché sono una blogger, oltre che una tanguera!


Quando sono partita, credevo che questa - chiamiamola così - gita a Roma avrebbe avuto almeno tre effetti positivi:

  1. mi sarei fatta un giro a Roma, di cui potete dire tutto ma... è Roma, cavolo! 
  2. avrei visto degli amici carissimi;
  3. avrei imparato un sacco di cose utili e interessanti, molte delle quali pronte da essere sfruttate sul mio blog, ovvero questo.
Ero un pochino triste, in effetti, solo per il fatto che il programma serrato e i pochi giorni non mi avrebbero permesso di andare a ballare nemmeno una volta.

Ma destino, che in questo caso si chiama "tango", ci ha messo lo zampino...


In qualche modo, in questa storia, ci voleva entrare!

Lo ha fatto nel modo più scenografico possibile, direi un po' stile Carramba, che sorpresa.

Nel primo pomeriggio, spazio alle domande, un uomo si presenta prima di fare la sua: "Ciao a tutti, mi chiamo Stefano Cucchi - non quello della cronaca...".
E qualcosa è scattato nella mia testolina. Quel nome lo conoscevo. Lo avevo già sentito, visto, letto da qualche parte.

Rapida ricerca su internet, e su Facebook, e il mistero si è presto svelato: conoscevo Stefano perché frequentiamo assiduamente lo stesso gruppo, che si chiama Il galateo della milonga.

Ehi, ci siete anche voi? Niente da dire, è proprio ben frequentato! ;)


Ma torniamo a noi. Ho aspettato la pausa, l'ho seguito (sì, come una vera stalker!) e gli ho fatto la mia domanda a effetto: "Ma tu balli il tango?".

Momento di sorpresa, io mi sentivo imbarazzatissima (non amo presentarmi a gente che non conosco), ma vedere la sua reazione sconvolta è stato meraviglioso. Mi sono quindi presentata: "Sai, frequentiamo lo stesso gruppo, io sono quella del blog...".

E tutto il resto è storia.



Ma com'è possibile? Sono a Roma a un convegno sulla comunicazione e incontro una Tanguera-blogger che conosco solo su Facebook! #ccome16
Pubblicato da Stefano Cucchi su Sabato 30 gennaio 2016

E qui Elena vuol far la faccia da tanguera pasional :)
Pubblicato da Stefano Cucchi su Sabato 30 gennaio 2016


Foto, racconti di tango e di famiglie, di gatti e di figli, e la promessa di ritrovarci a Torino, magari, per il festival.

Però abbiamo deciso che questo incontro, tra due tangueri comunicatori, andava celebrato ancora più degnamente di così. E quindi, abbiamo pensato a una sopresa per voi: sono orgogliosa di annunciarvi il primo guest post di Raccontango, scritto da Stefano!

Non mancate, vi aspettiamo venerdì pomeriggio.


E voi avete qualche bella storia di riconoscimenti tangueri da raccontarmi, in milonga e fuori? 
Spazio nei commenti! 

sabato 6 febbraio 2016

Un grande classico: il sabato al Contatto Club di Spinea

Ballo il tango da quasi dieci anni, e da quasi altrettanti frequento, a fasi alterne, il Contatto Club di Spinea.
Come tutte le grandi storie d'amore, è un amore che ogni tanto è fatto di incomprensioni, malumori, fastidi... ma alla fine si torna sempre a fare la pace.

Ecco, la mia personale "pace" con il Contatto l'ho fatta durante queste feste di natale.


Una bella serata di tango sociale al Contatto Club: abbracci e sorrisi.
Una bella serata di tango sociale al Contatto Club: abbracci e sorrisi.

Ma partiamo dall'inizio.
Manco dal Veneto da un bel po', e quindi ne frequento le milonghe in maniera saltuaria, dopo alcuni anni di amore assiduo e fedelissimo.
Quando me n'ero andata, però, all'incirca due anni fa, ero delusa da questa storica milonga dell'entroterra veneziano. In effetti, due anni fa ero delusa dall'ambiente del tango veneto in generale, e anche questo sentimento (oltre a quella cosuccia di poco conto che si chiama lavoro) ha contribuito alla mia decisione di volare verso altri lidi: Milano, nella fattispecie.